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Borin Luisa (Gigì)

Sono Luisa Borin in Arte “Gigì”, nata nel 1952 in un piccolo paesino della bassa padana. Sono felicemente sposata dal 1972, mamma di due ragazzi, nonna di tre bellissimi bimbi. Ho dedicato la mia vita alla famiglia, ai genitori e al lavoro nei campi. Il mio approccio con la pittura da autodidatta è iniziato nel 1999 dopo un intoppo di percorso con la mia salute fisica: senza di questa non avrei avuto la possibilità di sperimentare ed elaborare ciò che si celava nel mio inconscio. Non importa se dietro di me non ci sono grandi scuole, quello che importa per me è espandere, senza falsa ipocrisia, il mio essere.
I miei primi lavori sono stati presentati al Castello di Soave.

Lì ho incontrato il critico d’arte Pier Antonio Trattenero, il quale mi ha seguita durante il percorso artistico, con consigli e rimproveri, per poter far emergere senza paure e falsi pudori quello che io amo definire “i miei scarabocchi”.
Sono istintiva nell’elaborare i lavori, libera come il vento: la spatola è il mio mezzo preferito per sovrapporre ai fondi i miei soggetti, non amo il pennello e i miei fondi sono dipinti con la carta.
Dedico la maggior parte del mio tempo a giocare con le tele, i colori e la mia fantasia.
Ho tantissime soddisfazioni nel presentare le mie opere ai concorsi, sulle piazze e alle mie personali.
Mi auguro di riuscir a trasmettere quella luce, quella voglia di vivere e di lottare per i propri ideali “senza mollare mai”, con la consapevolezza che il vivere in questa dimensione è solo un passaggio.”

 

ANTOLOGIA CRITICA


“Solo l’Artista che vive per l’Arte può produrre Arte.
Luisa Borin è tutto ciò. Ed è capace di tutto ciò. Luisa Borin è il profilo del Genio ideale nell’Ambito dell’Arte e le sue produzioni sono esplosioni di gioia e di vitalità, di colori e di movimento, di fantasia e di filosofia, insomma dei miracoli che esulano dai classici canoni pittorici, strutturali e gnoseologici per entrare in mondi acritici e onirici ma che riflettono emotività e sensazioni della sfera del reale.
Una delle cose straordinarie create da Luisa Borin ha per titolo “La mia anima ti cerca”. Come si fa a descriverla con poche parole? Come si possono compilare frasi che la descrivano?
Forse potrei provare con la tecnica del consequenziale di logicità, cioè immettere parole e aggettivi senza il cemento grammaticale dei verbi, scegliendole tra quelle che più si avvicinano alla metafora formale del descritto.
Ecco: penne, piume, frusciar d’ali, uccelli del paradiso, voli, svolazzi, volute, volteggi, luce accecante, abbagliante, colori, colori, colorì, azzurri imperiali, rossi incandescenti, cromia fitta, movimento rotante, calore, amore, amore, amore, abbandono, frenesia, stordimento, squilli e trilli. Altre due grandiose composizioni hanno per titolo “Voi siete la mia grande forza” e “Vorrei tornar bambina insieme a te.” Sono due Opere gloriose, non penso ad altro aggettivo.
L’opera “Voi siete la mia grande forza”: ha una struttura architettonica superba, perfetta, meaningful, un uccello dal piumaggio sontuoso, quasi di gusto di grottesche raffaellesche, ma che non è tale … E poi il colore generale, quasi monocromo, tambureggiante, che emana radiazioni ipnotiche. L’opera “Vorrei tornar bambina insieme a te” è il concetto di leggiadria tradotto in forma visibile: due Uccelli-Angeli coinvolti in una danza elegante ed armoniosa, volteggiano delicatamente lasciando tracce cinetiche che rendono la composizione, diremmo oggi, interattiva. Le piume azzurro cobalto in un’atmosfera abbagliante e solare. Ma chi ha mai creato tali delizie d’Arte? Solo Luisa Borin.
Nella composizione “Con te viaggio nel tempo”, ritroviamo sempre uccelli esotici ed esoterici, morfologia cara a Luisa Bonn, quale elemento etereo, volatile e volante, in costante movimento, alta ricerca di spazio, di luce, di libertà intellettuale.
Due forme di volatili dalle lunge code piumate volteggiano in una danza elegantissima che echeggia la più raffinata arte cinese antica. E’ una visualizzazione surreale acritica e sdrammatizzata del concetto filosofico del Tempo, cioè “il Tempora tempore tempra” come dicevano i latini, rendere meno drammatiche le circostanze adattandosi ad esse, e non nel concetto filosofico aristolieico in cui il Tempo è un flusso unico e omogeneo nel quale sono immerse le cose soggette a mutamento. E si potrebbe parlare ancora di altre sue incredibili Opere, sole nel loro genere, tanto da considerare l’Artista Luisa Borin come una Stella splendente di luce propria nella costellazione dell’Arte Contemporanea internazionale, resa evidente ed unica dalla miriade di colori che provengono dai suoi quadri.”

Giancarlo Alù

 

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